1. Il nostro gruppo di lavoro e condivisione è costituito da membri provenienti da diverse realtà ed esperienze con il mondo giovanile:
• Srª Fausta Palamaité, Lituania
• Pe Juan Carlos, Salesiano, Colombia
• Pe José Isidro, Salesiano, Colombia
• Pe Aurélio Miranda, Missionario Passionista, Brasile
• Pe Francisco Costa, Dehoniano, Portogallo
Srª Fausta ha lavorato con giovani credenti della parrocchia i quali sono una minoranza nell’insieme dei giovani. Le condizioni storiche, sociali e economiche favoriscono una cultura dell’incertezza, eclettica e anche esoterica. La migrazione sta formando una nuova sociologia giovanile.
Pe Juan Carlos ha lavorato con giovani della scuola (13-17 anni), di classe media. Manifestano una fiducia nell’educazione religiosa cristiana cattolica, come preparazione accurata per il futuro.
Pe Josè Isidro ha lavorato con i giovani della diocesi, religiosi e praticanti, ma soggetti a condizioni economiche e sociale bassi, che favorisce la violenza e i vizi.
Pe Aurelio Miranda, ha lavorato con giovani adolescenti italiani (12-18 anni) e le caratterizza come praticanti, umana e moralmente fragili, non preparati per la vita, in cui i vizi sono presenti.
Pe Francisco Costa ha lavorato con giovani universitari e le caratterizza come giovani in busche di risposte, inquieti e che “vivono in superficie, ma non superficialmente”.
2. Il gruppo ha provato di dare una risposta non settoriale ma integrata, cioè, considerando la realtà dei giovani in generale in rapporto con la famiglia, la vocazione, la preghiera e la partecipazione nelle attività di solidarietà. Della condivisione è venuto fuori le seguenti considerazioni o costanti generali:
- Quando parliamo dei giovani dobbiamo fare attenzione alla situazione particolare in cui essi vivono per capire i movimenti e le sfide che si collocano nelle loro vita e capire le pastorali più adatte.
- I giovani di oggi vivono in una cultura della precarietà, dell’insicurezza, dell’incertezze dell’immediatezza, della privatezza, della soggettività e dei sentimenti. La cultura giovanile tende a farsi sempre più accentuatamente con un’adolescenza interminabile e giovinezza prolungata.
- Questi elementi sono una sfida alla coscienza religiosa: la famiglia non è più il luogo (nemmeno l’unico) dove si bevve i valori, la preghiera è frammentata e basata sull’emozione, la vocazione è intesa nel senso orizzontale (professione, lavoro, sopravvivenza) che verticale nel senso di sequela di Cristo.
- Hanno difficoltà di intraprendere degli impegni a lungo, scegliendo con energia attività pontuali di solidarietà.
- Sono giovani in ricerca di senso, di pilastri sicuri ma a volte incapaci di andare in profondità.
Roma, 13 Ottobre 2010
Segretario: P. Francisco Costa
Foto: Coro dei giovani a Tijuana, 11 settembre 2010, di Joe Boenzi
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