29 November 2008

Indagine a Varsavia

Spiritualità nel contesto della religione cristiana

Gruppo Polacco
Sodalis Joanna Maria Kozub, Justyn Krzysztof Malek
Slawomir Stanislaw Bartodiziej, Dariusz Marek Szyszka

La spiritualità è una realtà comune per tutte le persone; ogni uomo non è solo un essere di corpo ma soprattutto di inteletto e di spirito. Dentro di ogni uomo c’è il bisogno di crescere interiormente, comunque spesso addormentato a causa di tanto lavoro, tanti bisogni e l’influenza del mondo sulla piacevolezza e sul divertimento che sembra essere molto forte oggi.

Nel mondo odierno, spesso molto rumoroso, accorgersi che l’uomo ha un bisogno crescente di parlare di sè, di qualcuno che lo ascolti. È molto importante per gli educatori scorgere questo desiderio, anzi, creare un ambiente adatto dove i giovani si sentano bene e accolti. I giovani hanno bisogno della presenza di genitori, degli adulti, anche dei religiosi nelle loro vite, ma di una presenza seria, educativa, esigente e affettuosa. Nell’incontro tra due persone, o anche di più, non si può dimenticare che tutti approfittano, che tutti hanno qualcosa da dare e qualcosa da prendere. È una realtà dove ognuno si arricchisce, anche un maestro da un allievo.

Nelle ricerche fatte presso i Licei di Varsavia, ai giovani è stata posta la domanda, se il sacerdote è necessario nella loro vita. A tale domanda molti hanno risposto positivamente, cioè «si», ma hanno spiegato che purtroppo non hanno possibilità di incontro con il sacerdote, in quanto questo spesso non è disponibile ad accoglierli. I giovani si aspettano che il sacerdote allunghi la mano per primo perché loro spesso non hanno il coraggio di entrare nel suo mondo. E non basta insegnargli i misteri di fede, ma occorre essere consapevole che essi hanno bisogno di veri amici spirituali, pronti a vivere e condividere i loro problemi.

I giovani che per natura sono creativi e produttivi, quando non hanno la possibilità di realizzarsi, si rivolgono altrove. Il problema riguarda semplicemente il fatto che si renda necessario conquistare la fiducia dei giovani, per poter calmare i loro cuori inquieti. Occorre, poi, che gli adulti siano in grado di aprire i propri cuori. I giovani hanno bisogno di quelli, che non soltanto usano le grandi parole ma parlano con le esperienze delle loro vite; ci sono già tanti maestri ma la società e la chiesa hanno bisogno di più dei testimoni.

Oggi è molto facile perdersi nel mondo che è sempre pronto da offrirci così tanto, ma non tutti hanno la capacità di fare la propria scelta. Il mondo grida ai govani tutto è possible ma non aggiunge però che non tutto è giusto; li vuole affondare nel rumore delle immagini e dei suoni. Dunque non si può ignorare che per arrivare al mondo dei giovanni ci vogliono i simboli che li aiutano a calmarsi e li portano ad aprrezzare la bellezza del silenzio dov’è più possibile trovare la verità di sè e della vita. È importante sottolineare ai giovani che quei simboli e quelle immagini sono solo strumenti e se gli diamo troppo attenzione ci possono portare allo spiritualismo e non alla vera vita spiritualè la quale mostra e rafforza l’integritá della persona.

Alla fine possiamo dire che per recuperare o rafforzare la vita spirituale nel mondo dobbiamo riscoprire di nuovo il rapporto di buona famiglia, di credibile autoritá nella societá. Si deve creare di più lo spazio per condividere le esperienze tra le persone, creare logosfera che piano piano si sta perdendo nel mondo poichè tutto il tempo ci manca il tempo. Ma soprattutto dobbiamo riscoprire un buon rapporto di vita con Gesù che è la Verità e su cui dobbiamo costruire la nostra vita; la vita di vera Gioia e durevole Pace. Con Gesù Cristo cresceremo interiormente e troveremo anche la forza di affrontare la realtà sociale, dove il male, la sofferenza e l’ingiustizia vanno superati. Quando lo capiremo si cambierá tutto, nel mondo degli adulti e nel mondo dei giovani.
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Slawomir Bartodziej, sdb

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