15 December 2010

La necessità di un accompagnamento più specifico e prolungato

Intermezzo
15 dicembre 2010
Gruppo Portogallo/America Latina:
Aurelio Miranda. Brasile
Francisco Costa. Portogallo
José Isidro Tarazona Duarte. Colombia
Marialdo De Assis da Cruz. Brasile
Juan Carlos Villarreal R. Colombia

La genesi dell’atteggiamento di fede

Il nostro gruppo ha avuto una partecipativa condivisione sul capitolo intermezzo. Il punto iniziale è stato l’aspetto dell’antropologia presentata dall’autore nel libro, cioè, che l’uomo non nasce religioso, ma si costruisce e può diventare religioso, quindi anche la fede è nella caratteristica del divenire dell’uomo.  Da questa coscienza che l’uomo non nasce religioso e molto meno cristiano, ma lo diventa con l’esperienza e l’educazione ricevuta dai genitori, famigliari, educatori e ecc; sorgono le domande:

  • Come collegare l’insegnamento religioso con le altre esperienze di fede che i movimenti e gruppi apostolici sviluppano quotidianamente? 
  • Come riuscire a svolgere un insegnamento religioso, dove i valori etici, la tradizione, i processi antropologici religiosi siano approfonditi e allo stesso tempo, si lasci una porta aperta per invitare all’esperienza di Dono e Gratuità che comporta la fede vissuta in comunità? 
  • Nel nostro lavoro educativo, indirizziamo le nostre forze ad aiutare i giovani a un’adesione di fede o ci preoccupiamo solo a farli fare esperienze, lasciando a loro la libertà di decidere sulla necessità o meno di un’adesione di fede perché sia un vero cristiano?


Sappiamo che l’adesione di fede viene dal fatto di credere e di essere libero per scegliere. Se fosse il contrario, non sarebbe una vera adesione ma una sottomissione alla fede, cosa che ormai e grazia a Dio non è accettabile. Allora la domanda calata nel gruppo è: Come spingere i giovani ad avere un’esperienza veramente cristiana, uscendo dalle forme di religiosità naturale? Certamente non abbiamo avuto tante risposte, forse per il fatto di essere entrati in un campo minato, perché non è possibile spingere all’esperienza senza approfondirle e senza ogni giorno interpellare nuovi giovani perché essi siano toccati dalla realtà cristiana che non è effimera e nemmeno alla moda de momento. Quindi affermiamo la necessità di un accompagnamento più specifico e prolungato che porti i giovani a fare esperienza del sacro, a un impegno etico, a cercare un senso alla propria esistenza, a offrire loro Gesù come modello e senso della propria vita e ad annunciare i misteri cristiani che avvolte è palesemente dimenticato.

Così, invitare i giovani a fare questo cammino è anche saper da loro cosa pensano a riguardo, allora le domande seguenti si fanno necessarie per capire cosa hanno in testa per poi proporre un intervento.

  • Davanti alle persone cristiane che conosci, diverse come sono, quali valori etici pensi ti attirano per la sua esperienza di vita? Perché? 
  • Quali valori credi che manchi per approfondire e fare più vicino alla tua esperienza di fede cristiana? 
  • Nel lavoro con i giovani è anche importante capire come loro si vedono, ma anche come si vedono in confronto con gli altri e per aiutare a chiarificare l’esperienza di fede è anche necessario sapere come si trova davanti a Dio, così la domanda: Come mi percepisco davanti a Dio? 


Quale aggettivo userei per nominare il mio rapporto con Dio? Si fa importante proprio per capire non soltanto chi il giovane pensa di essere ma chi lui creda di essere per Dio e quale il rapporto che lui stesso è capace di istaurare con Dio. Infatti, qui possono nascere un grande rapporto di amicizia con Dio o anche il rifiuto e indifferenza. Certamente una persona non vuole stare vicina all’altra alla quale non sente l’amore e la vicinanza e molto meno con la persona che è prepotente e arrogante. Così se un fedele ha una relazione Padrone-schiavo/superiore-suddito con Dio, questo rapporto durerà fino al momento di una scoperta migliore o cadrà nell’indifferenza. Invece se il fedele ha un rapporto con Dio come Amore-amato/Amico-amico/Redentore-redento, le scoperte della vita porteranno a un confronto come due amici che si raccontano le cose della vita e quindi approfondirà di più l’amicizia. Forse tutto questo è un po’ astratto, ma sicuramente c’è il suo pizzico di verità.

Per terminare, ci ha colpito molto questo capitolo intermezzo perché l’autore da le risposte alla metà, forse tocca a noi ogni giorno con lo sviluppo della società dove lavoriamo e anche con il cambiamento del mondo giovanile, rispondere alla nostra maniera avendo come basi le parole di questo testo.

Segretario: Aurelio Miranda
Foto: Juan Carlos Villarreal

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